La magnitudine assoluta (M) corrisponde alla magnitudine apparente che avrebbe un oggetto se si trovasse alla distanza di 10 parsec (se si tratta di un oggetto stellare o galattico) o di 1 Unità Astronomica (se si tratta di un oggetto del nostro Sistema). In pratica, misura la luminosità che noi vedremmo dei corpi se fossero tutti alla stessa distanza. Parlerò in un altro articolo di #PilloleDiAstronomia delle unità di misura sopracitate.
Come per la magnitudine apparente, maggiore è il valore, minore è la luminosità. Le stelle presentano un magnitudine assoluta compresa tra -10 e +17. Ogni punto di questa scala equivale a un fattore pari alla radice quinta di cento (2.512 circa): una stella con magnitudine assoluta pari a 1 è cioè 2.512 volte più luminosa di una con magnitudine assoluta uguale a 2.
Una stella poco luminosa non è detto che emetta meno energia di una più luminosa. Il nostro occhio infatti è sensibile a solo una minima parte dello spettro elettromagnetico e pertanto occorre specificare a quale magnitudine ci si riferisce. Parleremo pertanto di magnitudine visuale se ci riferiamo alla luminosità percepita dal nostro occhio, mentre parleremo di magnitudine bolometrica se ci riferiamo all’effettiva energia emessa dalla stella. Le stelle più calde emettono infatti radiazioni nell’ultravioletto (frequenza maggiore dello spettro visibile), quelle più fredde nell’infrarosso (frequenze minori).
Ancora una volta la realtà che percepiamo non è quella effettiva.
Riporto uno specchietto nel quale confronto le due diverse magnitudini di alcune stelle. Come potete notare, la distanza la fa da padrone.
| Stella | Magnitudine apparente (m) | Magnitudine assoluta (M) |
| Sole | -26.8 | +4.5 |
| Sirio | -1.4 | +1.4 |
| Alfa Centauri | +0.1 | +4.4 |
Per i pianeti, comete ed asteroidi questa scala darebbe valori poco significativi; per questi corpi pertanto si suppone ridotta a 1 UA (Unità Astronomica) la distanza di riferimento.
A presto.